Coldiretti, “Non prendono il posto dei contratti di lavoro subordinato”
“La riforma del mercato del lavoro, se cancellerà di fatto i voucher in agricoltura, come risulta finora, costringerà qualche centinaio di pensionati, casalinghe e studenti polesani, che arrotondano le loro entrate con la raccolta stagionale, soprattutto estiva, dei prodotti agricoli, a restarsene a casa o, peggio, a lavorare in nero, perché non esiste attualmente uno strumento sostitutivo”.
Così il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, nel commentare l’emendamento al ddl sulla riforma del mercato del lavoro del ministro Elsa Fornero che cancella di fatto i voucher in agricoltura, poiché ne limita l’uso alle sole imprese di autoconsumo, senza contabilità, sotto i 7000 euro di fatturato.
In Polesine i “buoni lavoro” sono utilizzatati proprio per regolarizzare l’attività lavorativa del tutto occasionale e concentrata in brevi periodi di tempo, di specifiche categorie di persone, cioè pensionati, casalinghe e studenti in vacanza (dai 16 ai 25 anni, regolarmente iscritti ad un ciclo di studi), che vogliono guadagnare qualche euro con la raccolta dell’aglio (concentrata nel mese di luglio) o con la vendemmia, nelle poche aziende vitivinicole o, ancora, servendo a tavola in agriturismo per eventi speciali.
“Che il voucher abbia questo uso specifico – spiega Giuriolo – è dimostrato dal fatto che parallelamente alla crescita dell’impiego dei voucher nelle nostre campagne, non abbiamo registrato una diminuzione delle assunzioni di manodopera tradizionale, con regolare contratto di lavoro subordinato stagionale. E’ evidente che il voucher ed il contratto stagionale si rivolgono a lavoratori con profili completamente diversi e certamente il “buono lavoro” non ha sottratto spazio al contratto tradizionale”.
I voucher, introdotti nel 2008, consentono alle aziende agricole di instaurare delle situazioni lavorative trasparenti in modo semplificato, mentre per i lavoratori garantiscono la copertura previdenziale Inps e quella assicurativa Inail.
Con questi caratteri specifici, il voucher si è molto diffuso in Italia, e soprattutto in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, dove è uno strumento strategico per il settore agricolo. Dal 1° agosto 2008 al 31 dicembre 2011 i “buoni lavoro” in agricoltura pagati nella regione Veneto sono stati 1.007.000.
“Un numero di tutto rispetto – commenta Giuriolo – per uno strumento che concilia le esigenze di semplificazione, legalità, trasparenza e sostegno alle classi sociali che più sentono la crisi. Per questo Coldiretti ha organizzato stamani (22 maggio per chi legge) una manifestazione di protesta davanti al Senato a Roma, cui hanno partecipato anche delegazioni venete. Per quanto ci riguarda – conclude Giuriolo - sarebbe profondamente sbagliata e incomprensibile una modifica della specifica normativa lavoristica del settore primario, tenendo conto che le rappresentanze delle imprese agricole sono le uniche ad essere state escluse dal tavolo di confronto durante l’iter di definizione del disegno di legge sulla riforma sul lavoro”.