BADIA POLESINE (RO) – E’ arrivato il ventennale per l’ormai tradizionale appuntamento invernale di Coldiretti a tavola con le istituzioni del territorio. Si terrà giovedì sera, 23 gennaio, alle 20, come sempre all’agriturismo Le Clementine di Badia Polesine, la 20esima edizione della “Zena coi ossi”.
La serata, organizzata dalla Coldiretti polesana in collaborazione con l’impresa agrituristica Le Clementine, associata a Terranostra, sarà un “parlare a tavola”, un convivio informale cui converranno, come d’abitudine, le alte dirigenze regionali e provinciali di Coldiretti con le figure istituzionali, politiche, economiche e dell’informazione del Polesine. Si discuterà di agricoltura, di impresa, di promozione del territorio attraverso l’unicum della gastronomia e dei prodotti tipici della campagna. Infatti, il collante dell’appuntamento saranno i piatti preparati con ingredienti aziendali da Luciana Vallese e Beppe Tomaini, titolari delle Clementine, pescando nel profondo delle tradizioni polesane e nei ricordi di famiglia: salumi, verdure di stagione e, soprattutto, “gli ossi di maiale”, quel cibo che garantiva proteine per tutto l’inverno alla famiglia rurale e che si rifà al rito, quasi sacro, della macellazione del maiale.
 
Molte famiglie rurali delle campagne polesane allevavano il maiale dandogli quanto di meglio possedevano, perché dalla macellazione delle sue carni dipendeva la sopravvivenza dell’intera famiglia. A partire da Sant’Andrea, che cade il 30 novembre, con il primo gelo invernale, adatto per la lavorazione di carni ed insaccati, iniziavano le macellazioni nelle varie corti. “Il granaietto – racconta Luciana Vallese parlando della sua casa d’origine - era una specie di dispensa, la cosiddetta “camera dei salami”, dove si conservavano salumi e salsicce. Lì c’era una cassa di legno dove si mettevano gli ossi del maiale, conservati sotto sale fino alla primavera. In verità avevano poca carne attaccata, ma si mangiavano ugualmente. Si preparavano bolliti in acqua con sedano, carota e cipolla, come per fare un brodo; poi si servivano mettendoli in mezzo alla tavola. Con l’acqua, invece, si facevano i manafanti (o malafanti), una specie di pappetta fatta con la farina di mais”. La stessa preparazione culinaria di un tempo, verrà offerta ai commensali, con qualche variazione sul tema per incontrare le esigenze alimentari moderne.