Piogge persistenti, piena dei fiumi e si sono riattivate tutte le infiltrazioni storiche lungo l’asta sinistra del Po, da Melara a Calto. La notte passata si è aperto un fontanazzo anche a S. Maria Maddalena, nell’area del ponte ferroviario. E qualche segnalazione arriva anche dalla rivierasca Po del medio Polesine, da Occhiobello fino a Salara, ma il problema più rilevante è in Altopolesine. L’allarme è lanciato dalla Coldiretti Rovigo, che sta monitorando l’area ed ha fissato una riunione d’emergenza.
Le risorgive altopolesane sono chiazze d’acqua, di 5-6 metri quadri, che spuntano a macchia di leopardo e che si formano risalendo dal sottosuolo, lungo percorsi alimentati dalla piena del Po che si sta protraendo, praticamente dall’inizio di maggio. Nelle campagne colpite dal fenomeno i ristagni rendono impossibile entrare in campo per seminare il mais e dove la coltura è già spuntata ingiallisce per asfissia, trovandosi con le radici a mollo per lungo tempo. Sono una trentina le aziende agricole toccate dalle risorgive: nelle situazioni più gravi, sono dell’ordine di svariate decine gli ettari, i terreni impraticabili.
Fortemente colpiti sono i territori rivieraschi dei comuni di Melara e Bergantino, dove si è riattivata la storica infiltrazione a Mariconda: l’amministrazione ha scritto nei giorni scorsi all’Agenzia Aipo per segnalare la forte criticità idraulica. Ancora problemi a Castelnovo Bariano e nella golena di Calto, dove lo scorso lunedì 20 maggio con la rottura dell’arginello è entrata l’acqua ed ha cominciato ad alimentare le vecchie risorgive.
Secondo l’Aipo il colmo della massima piena del Po è ormai passato la scorsa notte: registrati 9 metri sullo zero idrometrico a Sermide e si sono superati i settemila metri cubi d’acqua al secondo di portata, cosa che non avveniva da anni. Ora il livello del fiume dovrebbe abbassarsi abbastanza rapidamente, uno o due centimetri all’ora, poiché non sono previste forti precipitazioni e salvo lo scarico d’acqua dai laghi alpini, tutti sopra il livello di guardia. Resta il problema delle risorgive e occorrerà del tempo perché si svuotino le vene sotterranee di alimentazione: il fiume dovrebbe calare almeno di due metri. Intanto, gli argini ed i terreni circostanti sono impregnati d’acqua.