PORTO TOLLE (RO) – Una piccola rete di ristoratori che si stanno affezionando al pescato locale, tornando a cucinare le sarde in saore, i cefali, le alici, quel pesce azzurro apparentemente povero, ma nutrizionalmente ricco e, soprattutto, col valore aggiunto del “miglio zero”, cioè di essere pescato appena al largo del delta del Po ed arrivare fresco sulle tavole, senza essere trasportato da chissà quale mercato ittico. E’ un primo risultato raggiunto dal progetto “Pesca amica/ miglio zero”, per la regia dell’Ente parco del delta, in collaborazione con Coldiretti Impresa pesca ed il finanziamenti del Fondo europeo per la pesca. Una scommessa sulla valorizzazione delle eccellenze ittiche e molluschicole del Delta polesano, cercando di creare filiere corte dal pescatore-acquacoltore al rivenditore-ristoratore.
Il punto sullo stato del progetto si è fatto ieri sera (13 novembre) al ristorante Ocàro di Case Ocàro nell’isola di Polesine Camerini, in territorio portotollese. Tra un saccottino di radicchio e cefalo, una sarda ripiena ed un brodetto d’anguilla, le istituzioni si sono scambiate il loro punto di vista.
La Coldiretti Rovigo, che col suo settore specializzato Impresa pesca, fin dal 2011, ha sostenuto e incoraggiato le filiere ittiche corte sul modello di quelle agricole, con l’obiettivo finale di arrivare alla vendita diretta del prodotto ittico, col marchio identificativo blu e azzurro “pesca amica miglio zero”, era presente in forze col presidente provinciale Mauro Giuriolo, il vice Mauro Visentin, il presidente di zona Adriano Tugnolo ed il responsabile di Impresa pesca Alessandro Faccioli.
Giuriolo ha ribadito che “bisogna ripartire da ciò che abbiamo, il prodotto ed il territorio”, “non in maniera sparsa”, ma facendo sistema, cooperative ittiche e pescatori, attorno al prodotto polesano, “un’indiscutibile eccellenza, riconosciute anche a livello europeo con la Dop per la cozza di Scardovari”, andando a renderlo fruibile direttamente al consumatore. “E’ l’unico modo che abbiamo”, ha ricordato Giuriolo, “per recuperare il reddito delle famiglie che lavorano nel settore e per rilanciare l’economia del territorio, con tutto l’indotto”. Il riferimento era al crollo dei prezzi dei prodotti ittici e della vongola verace in particolare, ed alla persistente crisi del settore pesca.
Le filiere ittiche corte, pertanto, sono un fatto economico che si legano strettamente con la vita stessa del parco del Delta. Lo ha ribadito il presidente dell’Ente, Geremia Gennari, supportato anche dalla presenza e condivisione del direttore Marco Gottardi e dal vice presidente Giorgio D’Angelo. Gennari ha ricordato che “operatori e amministratori devono essere i primi convinti di avere un ottimo prodotto ittico” e che, ciascuno per le proprie competenze, deve imparare a presentare al di fuori un unico “prodotto che si chiama territorio”, che parte dalle eccellenze ittiche e agricole, come il riso Igp, con cui si sta costruendo un consorzio tra comuni veneti risicoltori per presentarsi uniti all’Expò 2015, e arriva al turismo, passando per le attività economiche che vi si collegano. Gennari ha ribadito che bisogna fare un’azione coordinata e condivisa per “trascinare l’opinione pubblica sulla consapevolezza del valore dei nostri prodotti”.
Presente in forze anche il comune ospitante di Porto Tolle, il cui sindaco Claudio Bellan, ha ribadito di “essere pronti a collaborare con tutte le istituzioni coinvolte”, in quanto “i prodotti del primario e della pesca, uniti con l’offerta ambientale sono la chiave del nostro futuro”.
Segreteria organizzativa
Ente parco regionale veneto del Delta del Po
Tel. 0426/372261