Ieri cerimonia d’inaugurazione
CASTELMASSA (RO) – E’ stata inaugurata ufficialmente ieri sera, 17 febbraio, la nuova sede della Zona Coldiretti di Castelmassa: 220 metri quadri al primo piano del civico 34, in piazza Repubblica.
E’ stata una festa per tutti i dirigenti, i dipendenti, i numerosi soci Coldiretti convenuti che hanno partecipato al brindisi inaugurale con un bagno di prosecco, prosciutto ed una gigantesca porchetta, in un allestimento scenografico di primule gialle. Tutto preparato dai soci con i propri prodotti aziendali a “metro zero”.
Il taglio del nastro, alla presenza del sindaco Eugenio Boschini, del presidente provinciale di Coldiretti Mauro Giuriolo, del direttore Adriano Toffoli, del presidente di zona Giovanni Losi, del segretario Eugenio Furini, è stato preceduto dalla benedizione dei locali da parte del parroco di Castelmassa, don Stefano Marcomini. Quindi il brindisi, il taglio della porchetta e la conclusione con la “torta Coldiretti”, anche questa preparata in casa dai soci dell’organizzazione.
I nuovi uffici saranno il cuore dei servizi alle circa 550 imprese agricole socie che fanno capo alla Zona Coldiretti di Castelmassa, divisa in cinque Sezioni locali, che comprendono i sei territori comunali di Melara, Bergantino, Castelnovo Bariano, Castelmassa, Calto e Ceneselli. La direzione sindacale di Coldiretti è qui affidata al presidente Giovanni Losi, mentre l’organizzazione dei servizi sul territorio e negli uffici ricade sulle spalle dello storico segretario Eugenio Furini.
Tutti i servizi fiscali e tecnici delle aziende e le consulenze del Patronato Epaca sono gestiti da un pool di quattro operatori: oltre al segretario Furini, Paola Paiatto, Luca Polatti e Rita Fin.
La Zona di Castelmassa si caratterizza per la presenza dei più grandi allevamenti di vacche da latte rimasti nella provincia di Rovigo e per gli allevamenti di suini. Le colture di cereali sono le più diffuse, come in tutto il Polesine, ma spiccano alcune eccellenze storiche e tipiche dei territori di Melara e Bergantino, cioè i meloni, le angurie e le zucche. In particolare, per quanto riguarda il melone, il territorio altopolesano confina con le aree del “melone tipico mantovano” e, pertanto, i produttori, rispettando il relativo disciplinare, possono coltivare all’interno del relativo sistema di controllo. La frutta prodotta in altopolesine viene conferita ad Ostiglia (Mn), all’Apofruit (marchio Solarelli).