BADIA POLESINE (RO) – “Sono i nostri prodotti e le nostre radici. E’ una serata nata vent’anni fa, proprio per non far morire le nostre tradizioni. Quando abbiamo cominciato con la prima edizione, far mangiare “gli ossi” agli ospiti sembrava una presa in giro. A distanza di tanto tempo le “serate coi ossi” si sono diffuse per molti locali in provincia e addirittura in Veneto”. Il racconto di Luciana Vallese, titolare dell’agriturismo Le Clementine di Badia, ricolloca l’appuntamento annuale de “la zena coi ossi” nel suo contesto storico-culturale, di recupero di piatti legati al rito della macellazione del maiale nelle campagne polesane, e rivendica correttamente l’anteriorità di una proposta gastronomica che si va espandendo.
Si è svolta ieri sera (23 gennaio), nel salone de Le Clementine, a Badia Polesine, prima struttura agrituristica del Polesine (1992), la 20esima edizione della “zena coi ossi”, originale, organizzata da Coldiretti Rovigo e Terranostra, con Luciana Vallese e Beppe Tomaini, contitolari dell’agriturismo. A tavola, come di consueto, personalità istituzionali, della politica, dell’economia e dell’informazione: dal prefetto di Rovigo Franco Provolo, il vice sindaco di Badia Gianni Stroppa, il questore Rosario Russo ed il vice Oscar Ghetti, l’assessore provinciale all’Agricoltura Laura Negri, il consigliere regionale Cristiano Corazzari, il sindaco di Rovigo Bruno Piva, il vice presidente vicario della Cariveneto Fabio Ortolan, il vice direttore di Bancadria Umberto Perosa, oltre a tutte le cariche locali, provinciali e regionali di Coldiretti, dai presidenti veneto e di Rovigo, Giorgio Piazza e Mauro Giuriolo, ai rispettivi direttori Enzo Pagliano e Silvio Parizzi, al presidente di zona Badia Simone Moretti; presenti tutte le testate giornalistiche locali.
Alle Clementine, dove sono stati proposti per la prima volta al gusto moderno, “gli ossi” di maiale (in verità con parecchia carne attaccata, bolliti con le verdure) sono tornati protagonisti, serviti in vassoi, ancora fumanti, e accompagnati da verze viola e quadrelli di zucca caramellata. A far da cornice la bòndiola di Beppe con cren e mostarda, il gentile e la zia (salumi pregiati invecchiati) e le costine (di maiale) al forno, sfumate nel vino bianco.
Il presidente Mauro Giuriolo ha dichiarato che “questo agriturismo ha portato valore aggiunto al territorio perché ne mantiene viva la conoscenza, la storia, le tradizioni, la cultura rurale. E’ il percorso obbligato per dare soddisfazione economica all’imprenditoria agricola”. Beppe Tomaini, ricordando le venti edizioni, ha commentato: “queste serate devono restare informali, così come sono nate, ma sono diventate occasioni di incontro per persone con idee e volontà di svilupparle: una serata di buoni propositi, soprattutto in questi tempi di crisi”.