Martedì 1 febbraio “zena coi ossi” di compleanno, con la presenza delle istituzioni e delle rappresentanze della politica, dell’economia e della società civile

BADIA POLESINE (RO) – L’agriturismo Le Clementine di Badia Polesine festeggia i vent’anni di attività. L’occasione per celebrare il felice traguardo imprenditoriale sarà l’annuale “Zena coi ossi”, giunta alla 17esima edizione, che si svolgerà nella serata di martedì 1 febbraio, con il tradizionale intervento delle maggiori rappresentanze istituzionali, dei vertici di Coldiretti cui l’azienda è associata da sempre, e della stampa.

Il compleanno delle Clementine coincide con quello della presenza dell’agriturismo in Polesine, poiché è stata la prima impresa agricola polesana a strutturasi per poter offrire alloggio e ristorazione, trasformando in piatti tipici quello che produceva e allevava in azienda. Era il 1991. All’epoca nessuno parlava di agricoltura legata alle tradizioni enogastronomiche e nessuno pensava che il Polesine avesse delle tradizioni rurali degne di essere trasmesse.

Per il menù della serata, Luciana Clementina Vallese, titolare dell’agriturismo, ha già messo in fermento la cucina per preparare e offrire ai commensali delle degne variazioni sul tema “zena coi ossi”. Si comincia con gli antipasti di salumi vari, preparati dal marito Beppe, accompagnati dal caldo e fragrante “schizoto col radisèo”, che ha già ricevuto i complimenti di Slow food. Si prosegue col pasticcio di radicchio ed i tagliolini al ragù di guancialino di maiale e carciofi e si arriva al piatto clou, ossi e bondola, con contorni di fagioli “in potacin”, radicchio gratinato e zucca caramellata. Per concludere la torta di compleanno.

LA STORIA DELLE CLEMENTINE
«Gli uffici cui mi rivolgevo erano un po’ scettici – racconta Luciana Clementina Vallese, titolare dell’agriturismo – ma ero talmente convinta della mia idea che neppure un esercito di carri armati mi avrebbe fermata. Avevo un’azienda agricola a Villadose, ma coltivare mais e grano non mi gratificava. Sentivo parlare della promozione territoriale che si faceva in Toscana e mi chiedevo “perché noi no?”».
Erano passati pochi anni dall’approvazione della prima legge quadro nazionale che definiva l’agriturismo e rinviava per la regolamentazione alle successive leggi regionali (legge 5 dicembre 1985, n. 730). Nel 1989 Luciana vende l’azienda di famiglia perché aveva i fabbricati separati dal terreno e non si prestava al progetto che stava maturando. Nel 1990 partecipa ad un convegno a Venezia sulle potenzialità dell’agriturismo in Veneto: è la folgorazione. «Ho trovato conferma a quello che pensavo da tempo – racconta Luciana Clementina – cioè che il Veneto, e per me il Polesine, avevano un tesoro nascosto, fatto di tradizioni rurali, di cucina, di saperi, di coltivazioni, di paesaggio, di architettura, di storia, che nessuno conosceva e che si poteva insegnare e trasmettere. Mi son portata a casa il manifesto del convegno e lì ho deciso che sarebbe nato Le Clementine». Ancora nel 1990 Luciana frequenta il primo corso per operatore agrituristico indetto dalla Provincia di Rovigo, necessario per l’abilitazione professionale. Intanto, trova e acquista a Badia un complesso aziendale con le caratteristiche della tipica casa padronale rurale polesana. Inizia una ristrutturazione conservativa col recupero dei vecchi materiali che dura un anno. «Sembrava una catena di montaggio – racconta ancora Luciana – da un lato i muratori abbattevano dei muri e dall’altro i falegnami posavano i pavimenti. Siamo partiti subito con l’alloggio e la ristorazione, con quattro stanze (ora ne abbiano aggiunte altre quattro) e 60 posti a tavola. Sono stati sacrifici da tutti i punti di vista – ricorda Luciana - Ma la banca ci sosteneva perché credeva nel nostro progetto e ci ha sostenuto enormemente il sindaco di Badia dell’epoca, Paolo Meneghin, che si è adoperato per farci avere tutte le autorizzazioni necessarie in breve tempo».
Nel 1991 la struttura dell’agriturismo è finita e pronta a partire.
Il seguito è un susseguirsi di successi: il lancio della “zena coi ossi”, che ha dato dignità ai piatti tipici della storia contadina del Polesine e al rito della macellazione del maiale; le serate con menù a tema per riscoprire i salami “storici” come la “zia” ed il “gentile”; l’attività di fattoria didattica; la partecipazione a manifestazioni di valorizzazione del territorio; l’educazione al cibo sano con le iniziative “merende al museo”; la collaborazione con Slow food Rovigo; le serate di osservazione del cielo in campagna. Ed i riconoscimenti a Luciana Clementina: il Premio cuoco d’oro 1999-2000 ed il premio “Donne e impresa” 2010 della Camera di commercio.
«Oggi sono soddisfatta – commenta Luciana Clementina – e tutti i sacrifici sono stati ampiamente ricompensati».