Giuriolo, “Pensiamo a fare un Paese nuovo, fatto di coesione sociale e sviluppo sostenibile”
“L’imprenditoria agricola rappresenta un’idea di crescita e di sviluppo completamente diversa da quella dominante. L’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, cioè di essere l’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere che poi sanno crescere e conquistare il mondo. Lo stesso per il Polesine: ci salveremo dal mare della globalizzazione solo ancorandoci alle nostre eccellenze agroalimentari, a quei manufatti, a quelle modalità di produzione che sono espressione diretta della nostra identità territoriale e delle nostre risorse umane”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, di ritorno dall’assemblea nazionale della Confederazione, con altri 150 funzionari e agricoltori polesani.
Etichettatura, semplificazione burocratica, internazionalizzazione, sono gli impegni presi in quella sede dai ministri Corrado Passera e Mario Catania. “Dobbiamo valorizzare quello che abbiamo – spiega Giuriolo – La sensibilità del consumatore e della grande distribuzione organizzata (Gdo) verso le nostre eccellenze agroalimentari, prime fra tutte i prodotti a marchi Dop e Igp, ci consente ora di cercare nuovi dialoghi e nuovi contratti distributivi con la Gdo, per accorciare le filiere e spingere il Made in Italy anche nei mercati stranieri. Penso, in particolare, ai prodotti ortofrutticoli”.
“L’agricoltura che rappresentiamo – ha affermato il direttore di Coldiretti Rovigo Adriano Toffoli - fatta di dialogo diretto con la società attraverso la vendita diretta e di risposte concrete alle sue scelte di consumo sempre più consapevoli, racconta che si può generare nuova economia e nuova occupazione, arricchendo nel contempo la comunità, garantendo la nostra gente prima come cittadini e poi come consumatori”. “Come forza sociale, Coldiretti non si limita alla protesta – ha concluso Toffoli – ma vuol dimostrare che c’è un’alternativa alla politica cattiva, una politica buona che vuol ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. E siamo pronti a condividere l’impegno per costruire un’Italia diversa con tutti coloro che hanno questa stessa idea di paese".