“Il nuovo agriturismo Coldiretti è un’opportunità per il territorio”
GAIBA (RO) – Per una nuova impresa che parte non s’era mai vista tanto affetto e tanta partecipazione di gente, come è avvenuto ieri (domenica 21 marzo), al taglio del nastro del nuovo agriturismo Fondo Madonnina di Gaiba, associato a Coldiretti.
Gente comune, compaesani, ma anche altri imprenditori e imprenditrici agricole, oltre a tante presenze istituzionali, per incoraggiare la nuova iniziativa economica di Stefania Rasi, titolare del Fondo Madonnina, che accanto all’attività didattica già operativa, da ieri ha inaugurato l’attività di ristorazione. «Uno splendido esempio in cui non ha operato il “fattore babbo” – ha ricordato Vincenzo Guerzoni, segretario Coldiretti dell’area di Ficarolo-Fiesso – perché in agricoltura, succede spesso che i genitori siano di ostacolo alle nuove idee imprenditoriali dei loro figli: in questo caso invece è successo il contrario. Un plauso, quindi, a Stefania e al suo babbo Alven».
Il sindaco Roberto Berveglieri ha sottolineato che il nuovo agriturismo è un’opportunità di sviluppo per Gaiba e che le istituzioni devono “incontrarsi e non scontrarsi” per valorizzare il territorio comunale. Prendendo la palla al balzo l’assessore provinciale al Turismo, Laura Negri, ha annunciato che «nel progetto del sistema turistico della Sinistra Po garantiremo non soltanto i percorsi ciclabili e la visitazione delle valenze paesaggistiche e culturali del territorio, ma ricomprenderemo anche le realtà che offrono un servizio ai visitatori, come questa struttura di eccellenza». Ed ha aggiunto che: «Con la Sovrintendenza stiamo studiando un progetto che metta in rete tutti i luoghi di interesse storico-archeologico del Polesine e sarà ricompresa Chiunsano (luogo di ritrovamenti archeologici di Gaiba, ndr)».
Mauro Giuriolo, vicepresidente di Coldiretti, ha ribadito l’importanza del settore turistico per lo sviluppo del Polesine del futuro ed ha sottolineato che in questo ambito, gli agriturismi sono parte integrante della filiera corta delle eccellenze enogastronomiche. Francesco Peratello, presidente della zona Coldiretti di Ficarolo e del Gal Delta Po, ha lanciato una frecciatina alla burocrazia della Regione Veneto, che ha impedito all’ente Gal di soddisfare le richieste di finanziamento del Fondo Madonnina, con la speranza che «Stefania Rasi – ha detto - si inventi qualcos’altro in futuro, così, forse, riusciremo a finanziarla».
Prima della degustazione a buffet, offerta dal Fondo Madonnina come primizia di ciò che sa fare la nuova struttura, il direttore dell’Archivio storico di Rovigo, Luigi Contegiacomo e lo studioso Antonio Todaro, hanno presentato la mostra itinerante “Le piante popolari” che resterà per qualche tempo al Fondo Madonnina: 25 pannelli che parlano delle piante selvatiche che le contadine usavano nella medicina, in cucina e nei riti quasi pagani del Polesine fino agli anni 55-60 del Novecento.
FONDO MADONNINA SCHEDA
Il Fondo Madonnina è una nuova azienda agrituristica che si trova nel Comune di Gaiba (Ro), in via Provinciale. In una posizione strategica, centrale della Sinistra Po, la cosiddetta Rivierasca, zona di confine tra varie influenze e culture, che hanno lasciato tracce ancora da studiare. Nei primi anni ’90, una campagna di scavi nell’area di Chiunsano, tra Gaiba e Ficarolo, ha portato alla luce uno scheletro riccamente adornato, risalente al 500 dC, conosciuto poi come “la dama di Chiunsano”: una donna ostrogota morta al tempo delle invasioni barbariche contro i romani stanziati nella zona.
Il Fondo Madonnina offre 30 coperti ed è aperto su prenotazione dal venerdì alla domenica o in occasioni speciali (www.fondomadonnina,com, tel. 0425-710024).
L’azienda agricola è nata nel 2001, quando Stefania Rasi ha deciso di staccarsi dai genitori e diventare imprenditrice in proprio. «Ho fatto il primo insediamento – ricorda l’imprenditrice – e tutti i corsi possibili che mi offriva Coldiretti, su come valorizzare la mia azienda. Così dal 2004 ho maturato l’idea di aprire una fattoria didattica, che ho inaugurato il 30 settembre 2006».
La struttura della fattoria didattica comprende un laboratorio che serve fino a 40 ragazzi ed una sala convegni, adornata con oggetti e utensili della vita rurale di una volta. All’esterno c’è un ampio orto, gli animali e tanto spazio sicuro per giocare. Tra le attività proposte, corsi di inglese in campagna e creazione di erbari.
«Dal 2008 ho cominciato a pensare di “chiudere la filiera” – spiega Stefania Rasi - cioè di offrire agli ospiti anche la possibilità di consumare i prodotti aziendali».
Così nel 2009 sono partiti i lavori per completare la struttura di ristorazione, accanto a quella della fattoria.
«Tengo molto a precisare – conclude Stefania Rasi – che voglio curare molto il benessere dei miei ospiti ai quali offrirò soltanto quello che la mia azienda offre nella stagione. Per quello che non produco io, ho creato una rete di fornitura con le altre aziende agricole del territorio»