Demografia e sostenibilità come fattori orientanti nuove tipologie di investimenti e risparmio. E’ quanto emerso lo scorso 7 novembre dai lavori dell’Annual Meeting sul Welfare Integrato, importante occasione di dibattito, networking e arricchimento culturale promossa dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. In particolare, le relazioni presentate nel corso dell’evento hanno evidenziato che in molti Paesi industrializzati si sta prendendo atto del forte invecchiamento della popolazione. Già oggi in Italia gli over 65 sono ben il 24% della popolazione totale, e questi numeri sono destinati ad aumentare fino al 35% nel 2050.
Il trend di invecchiamento della popolazione è confermato anche dalle Nazioni Unite, le quali prevedono che la popolazione mondiale continuerà a crescere per i prossimi 60 anni, raggiungendo il picco di 10,3 miliardi nel 2084, per poi rallentare gradualmente entro la fine del secolo. Le Nazioni Unite, infatti, hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita della popolazione mondiale, riducendo la stima per il 2100 del 6% rispetto a quanto definito nel 2013 (-700 milioni di persone).
L’ultimo Rapporto “World Population Prospects 2024” afferma che la popolazione dagli 8,2 miliardi di metà 2024, continuerà a crescere per i prossimi 50-60 anni, raggiungendo il picco di 10,3 miliardi nel 2084, per poi decrescere fino a 10,2 miliardi entro la fine del secolo.
Inoltre, si propone il problema delle famiglie senza figli che oggi in Italia sono circa il 20%, mentre il 34% dei nuclei è costituito da persone sole.
La società sta cambiando, oltre a cambiare il paradigma di composizione familiare, per cui insorgeranno nuovi bisogni, diversi stili di vita, per cui saranno necessarie diverse forme di risparmio e nuove tipologie di protezione dalle attuali, nuove soluzioni per gli investitori istituzionali che forniscono servizi o erogano prestazioni nell’ambito del welfare integrato. Parliamo quindi di fondi pensione, Casse di Previdenza, forme di assistenza sanitaria integrativa e Fondazioni di origine Bancaria, che sono i maggiori investitori istituzionali del Paese, con oltre 280 miliardi di patrimonio in gestione.
Sul punto Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, considerando la necessità di ridurre il debito pubblico per rispettare il nuovo patto di stabilità e crescita, nonché i costi aggiuntivi legati all’invecchiamento della popolazione afferma che diventa sempre più necessaria una forte integrazione tra welfare pubblico e privato per arrivare al welfare mix che ormai caratterizza la maggior parte dei Paesi ad alto e medio reddito.
Allo stato attuale il numero di iscritti a una forma di assistenza sanitaria integrativa nel 2022, secondo le rilevazioni del Ministero della Salute elaborate nel 2023, sono 16,273 milioni, oltre l’80% in più rispetto a quelli iscritti alla previdenza complementare (9 milioni e 240mila a fine 2022). Tuttora non è previsto un organo di vigilanza e controllo. Per questo auspica che venga realizzata la legge quadro in materia come la legge sui fondi pensione, a partire dalle fonti istitutive. Questo porterà anche a nuove e diverse forme di previdenza, con la previsione di più prodotti finanziari e previdenziali combinati comprendenti anche prodotti sanitari.
Nei prossimi anni dunque si parlerà sempre più di welfare integrato, dove le nuove esigenze, tra cui il tema della tutela ambientale stanno aprendo a nuove forme di investimento con la Silver Economy, la salute, gli stili di vita e le nuove forme dell’abitare, passando per le riconversioni edilizie ed energetiche, l’utilizzo dell’acqua dolce, l’ecologia, la mobilità sostenibile e l’economia circolare.