Un progetto per conoscere “le filiere degli altri”

«Conoscere cosa succede nell’Europa a 27 è fondamentale per fare delle scelte. Siamo interessati a come gli altri realizzano le filiere agricole e a cosa pensano della nuova Politica agricola comunitaria (Pac) in discussione». Le parole del presidente di Coldiretti Rovigo, Valentino Bosco, sintetizzano lo scopo della missione di tre giorni (16-18 febbraio) che ha portato il consiglio direttivo dell’Associazione Polesana a Madrid, ospiti delle organizzazioni agricole spagnole di Guadalajara, Apag (Associazione provinciale di agricoltori e allevatori) e Asaja (Associazione giovani agricoltori spagnoli).
La visita-studio aveva il tema “La filiera degli altri” ed è il primo stadio del progetto di conoscenza “Una filiera tutta agricola e tutta italiana”, che la Regione Veneto sta sperimentando, per prima in Italia, in collaborazione con Coldiretti nazionale ed il coinvolgimento di tutte le sette federazioni provinciali Coldiretti. Mentre il consiglio polesano si è diretto in Spagna, le altre rappresentanze venete visiteranno Belgio, Francia, Germania, Repubblica Ceca e Romania. I rispettivi report di viaggio saranno scambiati in un apposito incontro regionale.

Coldiretti Rovigo è stata accompagnata dalle corrispondenti associazioni agricole spagnole in visita al Sat di Madrid, la gigantesca struttura di Apag-Asaja, che fornisce i soci di mezzi tecnici e ne commercializza i prodotti; quindi si è recata a Mercamadrid, uno dei maggiori mercati europei, dove si raccolgono e smistano le produzioni ortofrutticole e le carni per il 40 per cento dell’intero fabbisogno spagnolo ed è anche al secondo posto tra i mercati ittici a livello mondiale. Ancora: il consiglio Coldiretti ha incontrato gli analisti dell’Ice (Istituto commercio estero) e alcuni importatori di “made in Italy” al Consolato italiano di Madrid e, per finire, ha visitato i mercati rionali cittadini.
Il viaggio ha fatto emergere una realtà agricola in crisi in cui, a differenza dell’Italia, sono diminuiti i consumi anche nell’agroalimentare: in alcuni settori fino al 20 per cento. «Gli imprenditori spagnoli – commenta il presidente Bosco – ci invidiano le nostre politiche economiche di riconoscimento dei prodotti. C’erano molte aspettative nei nostri confronti – chiarisce – Erano desiderosi di conoscere come noi, in specie Coldiretti col progetto “Filiera tutta agricola e tutta italiana”, puntiamo sulla qualità, sulla riconoscibilità dell’origine del prodotto, sul collegamento col territorio, come strumenti per recuperare il valore e la retribuzione delle produzioni; mentre loro, pur avendo come obiettivo la salvaguardia del reddito delle imprese, sono ancorati alle politiche di prezzo e sono agli inizi della diversificazione, dello sviluppo multifunzionale dell’impresa agricola, del recupero della riconoscibilità sui mercati. Il marchio “made in Italy” – conclude il presidente - è molto considerato anche in Spagna ed è sinonimo di qualità: quasi un prodotto di nicchia. A maggior ragione gli spagnoli erano interessati alla politica economica di Coldiretti».

Il progetto veneto “Una filiera tutta agricola e tutta italiana” proseguirà con attività di lezione in aula, che saranno completate entro la fine dell’anno.