LUSIA (RO) – La fine dell’annata agraria, per consuetudine fissata all’11 novembre, per Coldiretti segna la celebrazione annuale della Giornata del ringraziamento provinciale, giunto alla 62esima edizione, ed il momento delle riflessioni economiche sul raccolto.
Quest’anno la manifestazione approda in Alto Polesine, a Lusia, nella patria dell’insalata Igp e degli orti di qualità. Il Ringraziamento si celebrerà domenica 28 ottobre, a partire dalle 10, prima con le riflessioni sull’annata agraria in sala consigliare; e poi, con la messa solenne alla chiesa parrocchiale dei santi Vito e Modesto, officiata dal vescovo Lucio Soravito alle 10 e 45. A seguire, la benedizione dei mezzi agricoli e le prove di forza dei trattori.
All’interno della funzione religiosa Coldiretti assegnerà il Premio san Martino 2012, ottava edizione, un contributo economico che riconosce l’impegno sociale di enti ed imprese e che, quest’anno, andrà alla Federazione Coldiretti Modena, per contribuire alla riparazione degli uffici di Mirandola, Novi e Rovereto, gravemente lesionati dal sisma del 20 e 29 maggio scorsi.
La riflessione che guiderà la Giornata del ringraziamento 2012 è ispirata al versetto biblico “Confida nel Signore e fa' il bene: abiterai la terra (Sal 37,3)”, scelto dalla Commissione episcopale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei, nell’intento di segnalare che il lavoro dei campi è anche una scuola per lo sviluppo della fede. “Investire nell’agricoltura è una scelta non solo economica, ma anche culturale, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa. – hanno scritto i vescovi nel messaggio per la Giornata, richiamandosi all’enciclica Caritas in veritate del 2009 di Benedetto XVI - Infatti le modalità con cui l’uomo tratta l'ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano (Caritas in veritate, n. 51)”.
La riflessione spirituale si accompagna tradizionalmente a quella sull’andamento dell’annata agraria appena conclusa. “Un’annata veramente difficile - afferma il presidente di Coldiretti Rovigo Mauro Giuriolo – segnata da una grave siccità, che si è protratta per tutta l’estate e che ha compromesso oltre il 50 per cento delle coltivazioni; la minore produzione si è combinata con l’aumento dei costi, dovuti all’energia per irrigare, al caro carburante ed, in genere, a tutti i mezzi tecnici, e questo ha inciso negativamente sui bilanci delle aziende, soprattutto quelle che producono le grandi colture cerealicole, che sono la maggior parte delle imprese agricole polesane”.
“La siccità straordinaria – prosegue – che ha portato la Regione Veneto a decretare lo stato di eccessiva avversità atmosferica (e ci auguriamo che il Governo deliberi conseguentemente) ha mostrato ancora una volta che il Polesine è una terra fragile sotto l’aspetto idrogeologico, che necessita di opere di bonifica, che soffre per l’abbassamento del suolo e per la risalita del cuneo salino e che, paradossalmente, può anche andare in carenza d’acqua, per cui diventa fondamentale potenziare gli impianti di irrigazione e studiare incentivi per sviluppare quei sistemi d’irrigazione che consentono il maggior risparmio d’acqua”.
“In particolare per il mais – spiega Giuriolo – su 55 mila ettari di terreno investito, con una produzione media stimata che va normalmente dai 5,5 ai 6 quintali, ha portato una produzione più che dimezzata di due milioni di quintali. Il frumento si è salvato perché ha concluso il suo ciclo biologico prima della siccità con una produzione mediamente buona. Tutte le colture, in particolare soia e barbabietole, maturate da giugno in avanti hanno, invece, subito danni. Le bietole hanno avuto cali di produzione ed enormi costi di irrigazione”.
“Le orticole – aggiunge il direttore di Coldiretti Adriano Toffoli – hanno sofferto principalmente per una crisi dei prezzi alla produzione, che nei primi sette mesi dell’anno sono restati a livelli medio bassi, in particolare è stata penalizzata l’insalata di Lusia Igp. La situazione è leggermente ripresa a partire da agosto in avanti. L’aglio bianco polesano Dop, invece, coltura che è maturata prima degli eventi siccitosi, non ha risentito della scarsità di precipitazioni se non per qualche partita di pezzatura inferiore alla media. Ma questa coltura sta soffrendo soprattutto per i prezzi alla produzione non soddisfacenti ed, anzi, inferiori rispetto al 2011”.
“Anche la frutticoltura, principalmente pesche, mele, pere e kiwi – prosegue Giuriolo – ha sofferto per la siccità, ricavando pezzature inferiori ed un calo di produzione media del 30-35 per cento rispetto al 2011, ma con prezzi più soddisfacenti dell’anno passato”.
“Il settore lattiero caseario è in crisi nera – continua Toffoli – per un aumento dei costi di produzione ed il contemporaneo calo del prezzo del latte alla stalla. Non va meglio alla zootecnia da carne (bovini e suini). Gli allevamenti sono vessati dalla lievitazione dei costi di produzione come mangimi, energia, carburanti ed in particolare, per i bovini, anche dall’aumento del costo dei ristalli (i vitelli da ingrasso), mentre i prezzi alla produzione restano praticamente costanti”.