Giuriolo: «Siamo una forza sociale che lavora per difendere il nostro agroalimentare»
ROVIGO – «Coldiretti è diventata una grande forza sociale, in grado di esprimere una regia politica in senso ampio. Abbiamo dovuto surrogarci alla politica tradizionale, spesso assente, nel promuovere e prendere decisioni che vanno a vantaggio dell’intero Paese, la tutela del patrimonio agroalimentare “Made in Italy” e della sua sicurezza, la battaglia per la trasparenza e la tracciabilità con le etichettature, la difesa del territorio e dell’ambiente rurale. Oggi scegliere di associarsi a Coldiretti è una scelta di campo». Questo è il messaggio del presidente dell’Associazione Polesana Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, intervenuto ieri sera all’assemblea annuale per l’approvazione del bilancio consuntivo 2011 consolidato dell’intero sistema Coldiretti-Impresa verde.
Conti apposto senza enfasi perché si guarda ad un futuro generale non proprio roseo, nuovo slancio per il progetto economico per una filiera agricola italiana, preoccupazione per il settore ortofrutticolo. Sono alcuni temi toccati durante la serata. L’associazione conta circa 200 nuove imprese associate, per lo più di pesca e acquacoltura, che sono entrate a far parte di Impresa pesca e supera abbondantemente i 5.300.
L’assemblea, che è composta da tutti i presidente delle sezioni e delle zone della Coldiretti polesana, ha approvato all’unanimità un bilancio consuntivo di circa 5 milioni di euro. «Una situazione positiva – ha spiegato il direttore Adriano Toffoli – nonostante i tagli della regione Veneto sulla tenuta dei fascicoli Avepa. Un risultato dovuto essenzialmente all’incremento dei servizi che siamo riusciti a far partire: uno sportello dedicato alle energie rinnovabili, un ufficio per la formazione e per le pratiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un servizio personalizzato di consulenza economico-fiscale alle aziende».
Il progetto economico “Filiera agricola italiana” si è ormai strutturato a livello nazionale e verrà presto identificato col marchio verde “Fai”: la holding dei consorzi agrari aderenti a Coldiretti, Cai, ha costituito varie società di scopo che si occuperanno ciascuna della contrattualizzazione e commercializzazione di uno specifico settore merceologico (agri-energie, cereali, carne, ortofrutta, riso), facendo da trait d’union tra i produttori agricoli e la grande distribuzione organizzata, in una prima e unica filiera soltanto agricola, che garantisce sempre, come minimo, i costi di produzione.
Il versante della vendita diretta è in evoluzione, con la nuova rete delle fattorie di Campagna amica. «Stiamo certificando le nostre aziende e gli agriturismi col marchio “Punto Campagna amica” – ha spiegato il presidente Giuriolo – in modo da presentarci al consumatore con un format unico e far identificare il nostro agroalimentare. Ora ci stiamo impegnando per costituire soltanto mercati “Campagna amica”, dove opereranno esclusivamente nostre aziende certificate. Il primo è stato Occhiobello e stiamo per inaugurare Villadose. In Italia sono ormai 878».
In Polesine sono attualmente 26 le imprese “Punto Campagna amica” e 12 sono diventare fornitrici della rete delle “Botteghe di Campagna amica”, i negozi monomarca gestiti dal sistema Coldiretti, 163 in Italia.
«Siamo preoccupati della crisi dei prezzi dei comparti ortofrutticolo, suinicolo e cunicolo – ha ricordato il presidente Giuriolo -. Vediamo come via d’uscita solo la valorizzazione del “Made in Italy” ed interventi strutturali. I due mercati di Lusia e Rosolina, dove già oggi non transita la maggior parte del prodotto, se non si trasformeranno in aziende di servizi per le imprese, sono destinati ad una lenta agonia».