CALDO: COLDIRETTI, PREOCCUPAZIONE PER IL CLIMA PAZZO
Salvan: “2022 siccitoso chiuso con temperature anomale, il 2023 è iniziato con fioriture anticipate, paura per rischio gelate tardive”
Se il 2022 si è concluso con temperature anomale, mantenendo purtroppo il trend dei 12 mesi precedenti, il 2023 non è partito diversamente.
“Mentre attendiamo i dati ufficiali di resoconto dell’anno appena finito – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan – stiamo assistendo a un gennaio con giornate da oltre 10 gradi, mentre dovremmo essere nei mesi invernali freddi. La preoccupazione ci fa ricordare la primavera 2021 quando a inizio aprile arrivò una tremenda gelata che decimò la produzione di frutta estiva. L’altra preoccupazione è legata alle precipitazioni: ha piovuto per qualche giorno, ma dopo mesi siccitosi, quindi nuova acqua e neve servirebbero per ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e per aiutare i ghiacciai che perdono ogni anno superficie e spessore. Secondo l’ultimo bollettino disponibile “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto” redatto da Arpav a fine novembre, per arrivare nella prossima primavera con una situazione non lontana da quella usuale servirebbe un inverno con precipitazioni ben superiori alla norma”.
Ma cosa provocano queste temperature e le scarse precipitazioni? Questo caldo anomalo inganna le coltivazioni che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa con gemme e fioriture anomale come se fosse già primavera.
Ne parla Franco Tosini agronomo del centro di Veneto Agricoltura di Rosolina. “I 10/12 gradi costanti uniti a questa umidità stanno creando problemi, ad esempio sulle lattughe che crescono prima - spiega il responsabile del centro Po di Tramontana - ora c’è offerta massiccia e potrebbe non essercene a sufficienza a febbraio. La bizzarria di questo clima non ci permette più di spalmare la produzione che invece si concentra in cicli; ma non solo, subentrano anche problemi fitosanitari, perché la programmazione agricola è sballata. Per la frutticoltura, se le temperature non si abbasseranno avremo fioriture anticipate con il rischio di enormi danni in caso di gelate tardive che potrebbero bruciare i fiori. Quello che dobbiamo ancora capire è se queste problematiche perdureranno o diventeranno una costante: se fosse dovremmo cambiare le date dei cicli di produzione e fare delle scelte che modificheranno le abitudini agroalimentari. In agricoltura i problemi come questi prima o poi si pagano”.
“Secondo una stima di Coldiretti, i danni provocati dalla siccità e dal maltempo hanno già superato i 6 miliardi di euro solo nel 2022 - conclude Salvan -. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Se da un lato, come persone, ci fa molto più comodo risparmiare sui costi energetici e queste temperature non ci dispiacciono, come operatori agricoli siamo molto preoccupati”.