Bosco: «Interessate oltre 400 imprese, contando solo Coldiretti»
«In un momento di crisi di tutto il primario, in cui siamo andati a chiedere al Governo 86 milioni di euro a sostegno del settore bieticolo-saccarifero, è gravissimo scoprire da una sentenza del tribunale amministrativo del Lazio che i fondi pubblici destinati al settore bieticolo (di gestione ex Finbieticola spa) sarebbero stati impiegati per altri progetti estranei ai bieticoltori, in particolare nel settore energetico e bancario».
Il presidente di Coldiretti Rovigo, Valentino Bosco, commenta così l’istituzione di una commissione d’inchiesta da parte del ministero delle Politiche agricole, incaricata di calcolare l’ammontare delle somme distratte e di recuperarne il valore, in ottemperanza alla sentenza del Tar. La vicenda riguarderebbe contributi comunitari e, quindi, di natura pubblica, erogati a metà degli anni ’80 per contribuire ai piani di ristrutturazione degli impianti saccariferi in attività, ma che sarebbero stati dirottati verso scopi diversi. Il Tar ha ordinato al ministero delle Politiche agricole di recuperare le somme distratte entro 90 giorni: notizie di stampa riferiscono di cifre dell’ordine di 250 milioni di euro.
«E’ una vicenda grave per il nostro Polesine – ribadisce Bosco – se teniamo conto che la barbabietola è una coltura tradizionale della provincia e che, nonostante la crisi e la contrazione delle superfici investite, Rovigo è ancora, insieme a Padova, il principale produttore bieticolo del Veneto. Sottrarre fondi al settore bieticolo in Polesine significa impoverire più di 400 imprese agricole, contando solo quelle di Coldiretti, che investono terreni per oltre duemila ettari».