E domani consegna delle 24 mila firme in Regione
Si aggiungono le firme dell’assessore regionale Cristiano Corazzari e della consigliera Laura Cestari alle 24mila che domani saranno consegnate al Consiglio della Regione Veneto a palazzo Ferro Fini. Questa mattina, nella sede provinciale di Coldiretti Rovigo, Corazzari e Cestari hanno messo nero su bianco la loro firma alla petizione “No fotovoltaico su suolo agricolo”. “Ringraziamo l’assessore Corazzari e la consigliera Cestari per la loro firma, perché dimostrano il loro sostegno come cittadini veneti, oltre che come politici e componenti della Regione. La loro adesione si aggiunge a quella dei numerosissimi parlamentari, consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, assessori, sindaci del territorio regionale” ha commentato il presidente di Coldiretti Rovigo Carlo Salvan.
E domani, appuntamento alle 11 a Venezia con l’arrivo della delegazione di agricoltori che saranno accolti dal Vice Presidente Nicola Finco e dai consiglieri regionali nel rispetto delle norme previste dall’ordinanza sanitaria.
La scelta di fare una petizione, per appoggiare gli agricoltori, è nata da un comitato cittadino spontaneo, il “Mamme zero consumo suolo” ad aprile. In meno di due mesi, la raccolta firme estesa a tutte le province venete, ha permesso la raccolta del consenso di 24 mila persone. Parallelamente è stato lanciato un concorso scuola condiviso dalle insegnanti venete; si tratta de “L’Energia S©olare” che ha visto la partecipazione di innumerevoli studenti, classi e scuole. Insomma, la società civile si è schierata in maniera massiccia dalla parte degli agricoltori in questa battaglia di buon senso per avere uno strumento legislativo che fermi la corsa all’accaparramento dei terreni
agricoli per la “coltivazione” di pannelli solari.
L’ingiustificato ritardo nell’approvazione della legge è preoccupante mentre cresce sempre più il consenso della gente per l’iniziativa condivisa anche dalle forze politiche in maniera trasversale. I deputati di vari partiti, sindaci, assessori che hanno formalmente aderito alle dimostranze degli imprenditori agricoli dimostrano di sostenere la richiesta di approvazione di un testo di legge che individua le zone idonee agli impianti: cave dismesse, aree marginali, tetti di capannoni industriali abbandonati. La campagna veneta sta vivendo un vero e proprio assalto da parte di società anche straniere che mascherano mega installazioni con progetti virtuosi di produzione di energia pulita. Per fermare lo scempio ambientale occorre accelerare sul Progetto di Legge numero 41 ancora ferma nelle varie commissioni consiliari.