Unci pesca denuncia la scarsità di mezzi della Capitaneria locale
«Ci chiediamo se non sia il caso di fare una colletta per comprare un gommone per i Guardiacoste di Scardovari. Baterebbero 60-70 mila euro». Così tra il serio ed il faceto, Roberto Banin, presidente della Cooperativa mitilicoltori di Scardovari di Unci pesca-Coldiretti, che porta alla ribalta una problematica sollevata dalle imprese di pesca e acquacoltura di Scardovari aderenti a Coldiretti: l’ufficio locale del corpo della Capitaneria di porto-Guardia costiera (che è una delle 38 “Delegazioni di spiaggia” della Marina italiana) è del tutto sfornito di un mezzo nautico. «Forse dovrebbe intervenire la regione Veneto – afferma Banin – vista l’importanza del servizio pubblico svolto dai Guardiacoste per noi pescatori in un’area litoranea vocata alla pesca e al turismo».
«La Delegazione di Scardovari – spiega ancora Roberto Banin – svolge tutte le funzioni amministrative di controllo della pesca marittima, il che significa sbrigare pratiche di bordo per 120 unità da pesca che fanno capo a Scardovari; inoltre esercita le funzione di polizia marittima, di controllo sulla sicurezza, di soccorso in mare e di tutela dell’ambiente. Tutto questo senza una barca e in due sole persone volenterose: il capo di prima classe Fabrizio Salvemini, che si profonde con impegno nelle sue attività, nonostante la carenza di mezzi e uomini, ed il sottocapo Andrea Fogli».
«E’ un problema di ordine e servizio pubblico nel litorale di Scardovari – continua Banin – anzitutto perché, sapendo che la Capitaneria non può controllare, possono circolare liberamente i pescatori di frodo. Poi c’è il problema del soccorso in mare, ad esempio per trainare in darsena a Barricata le barche che si trovino in difficoltà: sarebbe un servizio gratuito della Capitaneria, che non potendo farlo, è costretta a segnalare la situazione alla darsena di porto Barricata, che a sua volta segnala a qualche barca privata, la quale, ovviamente, fa il traino a pagamento».
L’assenza di un mezzo nautico, però, è aggravata dalla carenza di personale. Roberto Banin spiega che il comandante Salvemini ed i suo secondo devono effettuare i controlli solo fuori dall’orario d’ufficio per non lasciare sguarnita la postazione e si devono alternare in ogni compito per non dover mettere il cartello “torno subito”. Una situazione paradossale in un’area che vive di pesca e turismo, soprattutto d’estate, con l’animarsi della spiaggia di Barricata, la cui darsena si riempie di scafi grandi e piccoli. Eppure, in zona corre voce che qualche anno fa la regione Veneto abbia finanziato l’acquisto di due gommoni di cui uno destinato al Bassopolesine.
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