RISCHIO IDROGEOLOGICO E CAMBIAMENTO CLIMATICO: COLDIRETTI AL FOCUS CRITICAL DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA
Appello alle istituzioni, alla ricerca e al mondo accademico per trovare soluzioni concrete
2 ottobre 2025 – Si è tenuto oggi a Rovigo il focus "Rischio Idrogeologico e geologico: quali prospettive di adattamento al cambiamento climatico?", un'importante occasione di confronto promossa da CRITICAL – Centro Studi sugli Impatti dei Cambiamenti Climatici dell’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria civile, Geoscienze e Territorio, e Sistemi Agro-Forestali dell’ateneo.
Alla tavola rotonda "Le priorità degli stakeholder nell’adattamento al cambiamento climatico", moderata dal prof. Nicola Surian, è intervenuto Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto e Rovigo. “Coldiretti è una organizzazione di rappresentanza, a differenza di altri relatori tecnici e istituzionali: possiamo chiedere, proporre, suggerire. Questo ci dà una responsabilità in più – ha affermato Salvan – soprattutto per evidenziare sfumature che troppo spesso non vengono considerate nel contesto dell’adattamento al cambiamento climatico.”
Nel suo intervento, Carlo Salvan ha sottolineato il ruolo cruciale dell’agricoltura come soggetto attivo, non solo vittima, della crisi climatica: “Il mondo rurale può mettersi a disposizione della società civile. Possediamo una capacità, forse poco nota, di assorbire la piovosità. Il suolo, il nostro terreno, deve smettere di essere visto solo come elemento di produzione o valore economico: può e deve diventare una leva strategica per l’adattamento climatico.” Tra le priorità indicate, la rigenerazione della sostanza organica nei suoli agricoli, ormai scesa sotto la soglia critica del 2%, e la necessità di sperimentare nuove cultivar e fitofarmaci in grado di resistere a condizioni estreme.
“Senza sostanza organica il terreno non è fertile. Serve a noi agricoltori, ma anche alla collettività, per avere ambienti capaci di resistere – ha continuato Salvan –. L’agricoltura non è solo utilizzatrice d’acqua, ma anche parte attiva nel riequilibrio idrico, attraverso il ritorno alle falde e alla gestione del paesaggio.”
Salvan ha infine lanciato un appello alle istituzioni, alla ricerca e al mondo accademico: “Abbiamo bisogno di soluzioni concrete da offrire agli agricoltori. Serve un impegno condiviso con la politica e con i sistemi economici, perché senza risorse non esistono né bandi né progetti. Abbiamo bisogno di futuro, e il futuro passa da infrastrutture, opere e programmi di medio-lungo periodo che rimettano al centro il territorio e la sua resilienza.”
All’incontro hanno partecipato anche Gianpaolo Bottacin, Assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Andrea Colombo (ADBPO), Antonio Urbano (ANBI), e Monica Manto (Acquevenete SpA), a conferma della trasversalità del tema e della necessità di un dialogo aperto e operativo tra tutti gli attori coinvolti.