FOTOVOLTAICO. COLDIRETTI VENETO: L'ESEMPIO VIRTUOSO DEL COMUNE DI ADRIA (RO).
NESSUNA SOTTRAZIONE DI SUOLO AGRICOLO PER IMPIANTI A TERRA
A chi da “addetto ai lavori” nel campo delle politiche energetiche ha pensato recentemente di accusare a mezzo stampa decine di migliaia di agricoltori e di cittadini colpevoli di raccogliere firme per dire che si può fare energia green senza consumare suolo agricolo facendo il fotovoltaico “fatto bene”, risponde il Comune di Adria, in provincia di Rovigo, che si appresta a presentare il suo progetto di fotovoltaico comunale. Si tratta di un intervento di piccole dimensioni (4 ettari) e non di grandi dimensioni come quello di Loreo sempre in Polesine (oltre 50 ettari), ma soprattutto si realizza su un’area dismessa, da riqualificare dopo l’abbandono dell’utilizzo produttivo e da bonificare dall’amianto presente nell’area.
“Fare bene il fotovoltaico – denuncia Coldiretti Veneto - per qualcuno vuol dire prendere la scorciatoia cercando di spendere il meno possibile per recuperare terra e rendere vantaggioso l’investimento. E così i pannelli vanno sulle aree agricole che valgono molto meno delle aree industriali, non sulle aree dismesse abbandonate dalle produzioni andate in crisi o sui tetti di capannoni, o nelle cave".
“Si dà per scontato – aggiunge Coldiretti - puntando il dito su chi la pensa in modo contrario, che bisogna sacrificare altri campi agricoli (e il Veneto continua a consumarne troppa!) fortemente produttiva e di grande fertilità come quella nostra per raggiungere gli obiettivi di produzione energetica da fonti rinnovabili. Invece per Coldiretti bisogna ribaltare i fattori: SI al fotovoltaico, ma facendo come fa il Comune di Adria: recuperare aree dove non si fa cibo, utilizzando capannoni dismessi e da bonificare".
“Così si fa “bene” il fotovoltaico – continua Coldiretti Veneto - con buona pace di quegli "addetti ai lavori" che tirano la volata ai grandi investitori spesso stranieri. La terra è preziosa, non è nostra, non è riproducibile, serve per sfamare le popolazioni, garantisce il bel paesaggio! Perché continuare a distruggerla quando l’energia pulita si può fare comunque in altri luoghi? La risposta è una: si chiudono gli occhi sulla realtà e si fa prevalere solo il business di chi si sta buttando a capofitto su questo mercato.
In Veneto si possono salvare le terre e fare fotovoltaico su aree e manufatti diversi? La risposta è si. Lo dimostrano i numeri: ci sono circa 4 mila gli impianti fotovoltaici installati sulle coperture delle stalle che contribuiscono a ridurre l'inquinamento atmosferico della Pianura Padana, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 113 milioni di tonnellate di CO2. Questa energia pulita, oltre a soddisfare gli autoconsumi aziendali, viene scambiata con le altre imprese e famiglie del territorio.
Ci vuole la volontà - conclude Coldiretti Veneto - ed è quello che insieme a migliaia di cittadini abbiamo chiesto alla Regione, cioè di fare una legge che salvaguardi i terreni agricoli dall’invasione dei parchi fotovoltaici, tipo Loreo".